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“On Writing” di Stephen King: un manuale di vita e scrittura

Lo scrittore americano Stephen King è uno degli autori più prolifici e amati della letteratura contemporanea.

Con oltre sessanta romanzi e centinaia di racconti all’attivo, è diventato un punto di riferimento per chiunque desideri cimentarsi nella scrittura.

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Il suo libro “On Writing: A Memoir of the Craft” (“On Writing: Autobiografia di un mestiere”, nella versione italiana“), non è solo un manuale sulla scrittura, ma anche un’intima autobiografia che offre uno sguardo privilegiato sulla vita e la carriera dell’autore.

Un mix tra autobiografia e manuale

On Writing è diviso in due parti principali.

La prima parte è quella autobiografica, in cui King racconta la sua infanzia, tutt’altro che semplice, gli inizi della carriera e le sfide affrontate lungo il cammino.

Qui emergono dettagli personali che aiutano a spiegare come le esperienze che ha vissuto abbiano influenzato le sue storie.

L’autore parla apertamente delle difficoltà economiche, dei primi tentativi di pubblicazione e della battaglia contro la dipendenza da alcol e droghe.

Ma sottolinea anche il ruolo positivo svolto dalle persone presenti nella sua vita, in particolare la moglie Tabitha.

È stata lei, infatti, a recuperare il manoscritto di Carrie, il suo primo romanzo, dalla spazzatura dove lui lo aveva gettato, e a incentivarlo a proseguire.

Secondo King, per uno autore è indispensabile avere accanto una persona comprensiva, sempre pronta a sostenere il proprio desiderio di dedicarsi alla scrittura.

Nel suo caso, Tabitha è anche la lettrice a cui pensa durante la fase di scrittura delle sue storie: è il suo “Ideal Reader“.

Nel resoconto sulla sua vita, accenna anche all’incidente in cui ha rischiato di perdere la vita, avvenuto proprio nel periodo in cui stava lavorando a On Writing.

Un evento che descrive in dettaglio in un capitolo verso la fine dell’opera.

La seconda parte del libro è, invece, un vero e proprio manuale di scrittura, in cui King elenca una serie di consigli pratici per aspiranti scrittori, basandosi sulla sua esperienza pluridecennale nell’editoria.

I milioni di libri venduti sono lì a testimoniare che, almeno per lui, quei consigli hanno funzionato

On Writing: le lezioni di scrittura di un maestro

A differenza dei tradizionali manuali di scrittura, questa “autobiografia di un mestiere” ha un approccio molto pratico, ricco di spunti ed esempi, sia positivi che negativi.

Uno dei consigli più famosi che King offre in On Writing è: “se vuoi essere uno scrittore, devi fare soprattutto due cose: leggere molto e scrivere molto“.

È la sua regola d’oro, alla base del suo metodo di lavoro.

Secondo King, la lettura costante aiuta a sviluppare una comprensione intuitiva della lingua e delle strutture narrative.

Per lui, ad esempio, che porta sempre con sé un libro, i romanzi ci insegnano cosa funziona ma, soprattutto, cosa non funziona: ci consentono, quindi, di imparare dagli errori, in questo caso quelli degli altri… 😉

La pratica quotidiana della scrittura, invece, consente di affinare le proprie abilità.

Scrivere molto, infatti, è per King l’altro pilastro fondamentale.

E, il primo consiglio che dà al riguardo, è di trovare un proprio posto da dedicare alla scrittura, dotato di una porta che si può e si desidera chiudere.

Poi… scrivere, scrivere, scrivere.

Cosa?

King incoraggia gli scrittori a essere autentici, evitando di cercare di impressionare con un linguaggio artificioso o complicato, avendo però sempre in mente il proprio “Ideal Reader”.

Molti dicono “scrivi di quello che sai“; lui suggerisce, piuttosto, “scrivi di quello che ti piace“.

Sì, ma come?

Con gli strumenti giusti.

On Writing di Stephen King: un manuale di vita e scrittura

“La cassetta degli Attrezzi” dello scrittore

In On Writing, Stephen King parla dell’importanza della “cassetta degli attrezzi“: una serie di strumenti essenziali che ogni scrittore dovrebbe avere a disposizione per costruire le proprie storie.

Tra gli strumenti di base, ci sono quelli linguistici: il vocabolario (inteso come le parole da utilizzare), la grammatica e la scelta di strutture semplici per creare le frasi.

Suggerisce, inoltre, di evitare il più possibile la forma passiva e, soprattutto, gli avverbi, per i quali sembra nutrire una vera e propria repulsione. 😉

Nel libro cita, in particolare, “The Elements of Style“, di William Strunk Jr. e E. B. White, famosissima guida di stile per l’inglese americano.

Poi viene la struttura.

Per l’autore, le storie sono composte da 3 parti:

  • narrazione (che porta la storia da A a B, fino ad arrivare a Z)
  • descrizione (che crea una “realtà sensoriale” per il lettore)
  • dialogo (che porta in vita i personaggi attraverso ciò che dicono)

Un aspetto molto interessante, e forse anche quello più “controverso”, è la questione della pianificazione.

A differenza di quello che consiglia la maggior parte dei corsi di scrittura, Stephen King non ama pianificare le proprie storie.

Per lui, infatti, il lavoro dello scrittore è analogo a quello dell’archeologo: le storie sono come fossili, esistono già, vanno solo trovate e riportate alla luce.

Uno scrittore/archeologo, insomma; una figura che gli amanti della pianificazione nei minimi dettagli sicuramente non amano.

Dopo la prima stesura, da portare a termine lasciandosi guidare senza troppe inibizioni, un passaggio fondamentale è, ovviamente, quello della revisione.

Anzi, le revisioni: secondo King, infatti, dovrebbero essere due.

L’obiettivo, in questo caso, è rimuovere tutto ciò che è superfluo, se necessario anche quelle parti a cui siamo tanto affezionati (“murder your darlings“) e migliorare la chiarezza.

La prima revisione avviene a porte chiuse ed è svolta dal solo autore; la seconda, a porte aperte (ovvero, facendo leggere il manoscritto agli altri).

In questa fase, è importante scegliere le persone giuste.

Per King, tra queste c’è, ovviamente, la moglie Tabitha, sempre pronta a fornirgli preziosi suggerimenti.

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Conclusioni

On Writing di Stephen King è molto più di un semplice manuale: è un’indispensabile fonte di ispirazione.

Grazie alla combinazione di consigli pratici e racconti di vita personale, riesce a trasmettere la passione per la scrittura e a motivare chiunque sogni di diventare autore.

Per chi voglia approfondire il mestiere della scrittura o desideri conoscere la storia personale e professionale di uno degli scrittori più influenti degli ultimi decenni, On Writing è una lettura imprescindibile.

Credo, però, che possa essere una lettura piacevole e stimolante per tutti.

Non importa se si è scrittori in erba o lettori appassionati: le pagine di questo libro offrono spunti interessanti che vanno oltre il mondo della letteratura e toccano la vita stessa.

Oltre ad aiutarci a diventare lettori più attenti.

Ritengo, inoltre, che possa essere utile anche dal punto di vista linguistico: la versione originale, infatti, può essere un ottimo strumento per migliorare linglese.

Lo stile diretto, arricchito da aneddoti e la giusta dose di umorismo, rende la lettura scorrevole e coinvolgente, con un mix di scrittura formale e informale, giochi di parole e slang.

Quindi… buona lettura! (E buona scrittura!)

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