The Plague in the Shadows è un podcast in sei parti della serie Blindspot, nato da una collaborazione tra HISTORY® Channel e WNYC Studios, insieme a The Nation Magazine.
Il podcast, di cui sono disponibili anche le trascrizioni, torna a un momento cruciale della storia degli Stati Uniti, e del mondo intero, ripercorrendo il modo in cui, decenni prima del Covid-19, il virus dell’HIV/AIDS iniziava a dilaniare alcune delle comunità più vulnerabili (come gay, neri, donne e carcerati), mentre il mondo si rifiutava di vedere ciò che stava accadendo.
I vari episodi portano gli ascoltatori in vari luoghi che hanno segnato i primi anni dall’arrivo del virus: un reparto pediatrico di Harlem, una prigione femminile a nord di New York, un mercato della droga nel South Bronx e il santuario interno al National Institutes of Health.
Un viaggio costellato da una serie di persone coraggiose che, all’epoca, si erano rifiutate di soccombere alla malattia e all’indifferenza, chiedendo di essere viste e ascoltate: madri e bambini, medici e infermieri, suore e sex worker, e una donna che ha concretamente contribuito a cambiare il concetto stesso di AIDS.
Ascoltando gli episodi, si è trasportati sempre più al cuore di una storia della quale si conosce già il finale, ma di cui – probabilmente – si ignoravano le fasi iniziali.
Una storia, quella dell’AIDS, a mio avviso mai raccontata a sufficienza, soprattutto per quanto riguarda il disastroso modo in cui, nei primi anni, è stato affrontato il problema (o, forse, sarebbe meglio dire NON è stato affrontato).
Considerata a lungo una “malattia dei gay“, questa visione miope e meschina ha posticipato di molti anni interventi importanti sia sul piano politico che sanitario, impedendo un’efficace azione di contenimento e ritardando di anni l’arrivo di farmaci davvero utili, condannando di fatto migliaia di persone a una morte senza scampo.
The Plague in The Shadows mi ha ricordato un episodio del podcast BBC Witness, che avevo ascoltato alcuni anni fa, in cui si racconta un particolare evento.
Era la metà degli anni ’80 e il mondo era terrorizzato dall’AIDS, a causa soprattutto della massiccia disinformazione.
Nell’aprile del 1987, la Principessa Diana aveva inaugurato il primo reparto del Regno Unito dedicato all’AIDS presso il Middlesex Hospital di Londra, che si occupava esclusivamente di pazienti sieropositivi.
Davanti ai media di tutto il mondo, senza indossare guanti, la Principessa Diana aveva stretto la mano di un uomo affetto dalla malattia.
Quel gesto aveva sfidato pubblicamente l’idea che l’HIV/ Aids si trasmettesse da persona a persona attraverso il tatto.
Il protagonista della puntata di quel podcast, ancora disponibile, era John O’Reilly, un infermiere di quel reparto al momento della visita della Principessa del Galles, che aveva testimoniato di quel momento storico e del suo impatto nella lotta contro l’HIV / Aids.
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