Ho una confessione da fare: sono un creativo introverso.
Incredibile, vero?
Lo so, a quanto pare è un tratto abbastanza diffuso fra i creativi, anche se ho notato che – per alcuni fortunati – la parte ‘social’ della propria strategia di marketing riesce bene tanto quanto quella artistica.
Per me, invece, non è affatto facile. Sto ancora cercando di capire che indirizzo dare al mio profilo Instagram, mentre il mio account Twitter è ancora più confuso. Questa, almeno, è la situazione al momento della scrittura e pubblicazione di questo testo: magari, nel frattempo, qualcosa è migliorato. 😉
Per questo nella mia dieta quotidiana a base di podcast – una delle mie attività preferite – c’è la ricerca di spunti e idee per la creazione di una strategia di comunicazione on line. Recentemente mi sono imbattuto nel podcast di Andréa Jones, creator e social media strategist americana, in particolare, nell’episodio dedicato proprio alla gestione dei social network.
Andréa inizia paragonando l’avvio di una presenza sui social al primo approccio con la palestra: osservando i più esperti, si può essere portati a pensare di voler iniziare subito con i ‘pesi massimi’ per raggiungere grandi risultati in poco tempo. Tuttavia, la strategia migliore resta sempre quella di muoversi a piccoli passi, per evitare di demotivarsi (e, possibilmente, risparmiarsi un brutto strappo muscolare). Anche se non sono un tipo particolarmente sportivo – seconda confessione di questo post – credo che l’analogia sia molto interessante.
Quando guardo le pagine social dei creator più seguiti, resto affascinato dalle idee che riescono a sviluppare e, il primo istinto, è proprio quello di imitarli iniziando a creare contenuti H24. Istinto seguito a breve distanza dalla frustrazione e dalla procrastinazione, due temibili nemici di ogni creativo.
Meglio seguire l’approccio di Andréa: partire con un solo social network, dedicando un’ora alla settimana alla creazione e programmazione dei post, arrivando a creare circa 5-7 post.
A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa scrivo in quei post?
Andréa ha una risposta anche per questo, suggerendo 5 tipologie di post che consentono di variare il contenuto della propria comunicazione social:
- promozionale: per vendere il proprio prodotto o servizio, far iscrivere alla mailing list, proporre un corso, una consulenza, chiedere qualcosa, ecc.;
- educativo: per mettere in evidenza le proprie competenze (es. il consiglio del giorno)
- community: per mostrare che si è parte di qualcosa di più grande, della propria comunità di appartenenza con notizie relative al proprio settore, i trend e le notività;
- intrattenimento: per raccontare con leggerezza il “dietro le quinte” della propria attività (meme, fumetti, notizie divertenti), declinato in modo diverso a seconda del proprio brand;
- engagement: per spingere i propri follower a interagire; è un tipo di contenuto molto apprezzato dagli algoritmi dei social network: citazioni o interventi su argomenti controversi, che generano dibattito e prese di posizione a favore o contro, incoraggiando a mettere “mi piace” o spingendo alla condivisione.
Come spiega la podcaster americana, quest’ultimo punto va gestito con attenzione, poiché alcune piattaforme, come Facebook e Instagram, non gradiscono l’invito a commentare o mettere mi piace; quindi, per sicurezza, meglio fare domande che portano a scegliere fra due opzioni (“preferite i cani o i gatti?”) oppure con tre o quattro opzioni di risposta, perché in questi casi il cervello risponde automaticamente e le persone amano esprimere le proprie opinioni.
Per Andrea, è importante definire subito questi punti e creare una grafica personalizzata per ciascuno di queste tipologie di contenuti: in questo modo, quando arriverà il momento di programmare i contenuti dei social network, buona parte del lavoro sarà già stata fatta. Questi contenuti entreranno a far parte di un piano editoriale e ciascuna tipologia verrà associata, nel calendario editoriale, a uno specifico giorno della settimana.
I contenuti, quindi, devono essere pianificati, tenendo conto anche di particolari periodi dell’anno o di giorni con ricorrenze particolari. I post possono essere programmati in anticipo utilizzando uno dei tanti servizi a disposizione, scegliendo quello che più si adatta alle proprie esigenze, presenti e future. Al momento ne sto testando alcuni e, probabilmente, saranno oggetto di un post futuro qui sul blog.
Penso che utilizzerò i suggerimenti di Andréa come riferimento per lanciare la mia nuova strategia social. Anche perché sono sicuro che la pianificazione, in ogni ambito professionale, sia la chiave giusta per portare a termine i propri progetti, anche e soprattutto in campo creativo.
Non voglio arrivare all’idea estrema proposta da Cal Newport nel suo libro – per altro molto interessante – “Deep Work“, nel quale suggerisce di eliminare completamente ogni account social.
Come ripetono tutti gli esperti, per creare il proprio personal branding, la presenza on line è imprescindibile; è importante, però, non perdere di vista quello che è il vero obiettivo: ridurre le distrazioni e portare a termine il proprio lavoro. Nel mio caso, scrivere e tradurre.
Sono l’autore del sito; lavoro come traduttore professionista dall’inglese e dal francese e in questi articoli ti parlo della mia passione per le lingue straniere e condivido con te suggerimenti e idee per migliorare le tue competenze linguistiche.
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