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10 espressioni di slang inglese americano

Parlare correttamente una lingua straniera significa anche applicare il registro più adeguato al contesto.

Questo aspetto emerge, in particolare, quando cerchiamo di avere una conversazione informale con dei madrelingua.

Anche quando ci esprimiamo in modo grammaticalmente corretto, spesso le frasi suonano troppo formali alle orecchie di un madrelingua.

Il motivo? I metodi di apprendimento tradizionali, in particolare quelli utilizzati a scuola, si basano in gran parte su dialoghi fasulli e liste di vocaboli più adatti a un consiglio di amministrazione che a una chiacchierata fra amici. 😉

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Dal momento che l’obiettivo finale dell’apprendimento delle lingue è di riuscire a garantire una comunicazione efficace, in ogni situazione, è importante conoscere anche il linguaggio informale, incluso lo slang.

In tal modo, dimostreremo all’interlocutore di possedere un’adeguata proprietà di linguaggio; e, aspetto non meno importante, riusciremo a capire cosa sta dicendo l’altro! 😉

In un video di Mosalingua, canale YouTube dedicato all’apprendimento delle lingue straniere, Abby illustra 10 espressioni tipiche dello slang inglese americano, utili per comunicare in modo fluido e naturale con i nativi a stelle e strisce.

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Vediamoli…

What’s up?

Spesso sostituisce l’espressione di saluto “Hi/hello“, ed è usato soprattutto dai giovani, È un modo informale di chiedere a una persona “come stai?“, oppure come equivalente dell’italiano “cosa mi racconti?“.

Catch you later

Un modo informale per salutarsi quando si va via. Corrisponde al nostro “a presto!” o “ci vediamo!“.

I dunno (I don’t know)

Un modo contratto di dire “non lo so“, Abby suggerisce di accompagnare l’espressione con un’alzata di spalle, perché anche la comunicazione non verbale ha la sua importanza.

To be bomb

Questa espressione si utilizza per dire che una cosa è fantastica. È un sinonimo di “awesome”, “phenomenal”, “the best”, da utilizzare con moderazione, dal momento che deve riferirsi a qualcosa di realmente fantastico.

Attenzione: ricordiamoci che la seconda “b” è muta: UK:*/ˈbɒm/ US:/bɑm/

Dude

È un termine generico, adottato inizialmente da skater e surfer, utilizzato ora da persone di qualunque tipo, per indicare persone di qualunque genere, in qualsiasi situazione.

Es.: “thanks, dude!“, “dude, what are you doing?“.

To be shady

Serve a indicare che la persona è losca, equivoca, ambigua. Da usare con attenzione, perché non è per nulla un complimento. 😉

No worries

Espressione nata in Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda per dire “Don’t worry about it” (“non ti proccupare”, “non c’è problema“), ora entrata a far parte a pieno titolo anche della cultura americana.

I’m in

Versione contratta di “Count me in“. “I want to be included”, (“ci sto”, “ci sarò”, “non mancherò”).

Laid back

Una persona “laid back” è calma, rilassata, tranquilla.

Es.: “he has a laid back attitude to his job” (“ha un atteggiamento rilassato nei confronti del lavoro“).

To put someone in their place

Significa “rimettere qualcuno al proprio posto“, far sapere a una persona che non è speciale come crede.

Conclusioni

Espandere il tradizionale vocabolario di una lingua straniera appreso a scuola, includendo i termini del registro informale, è un ottimo modo per esprimersi adeguatamente in ogni contesto, dimostrano una conoscenza approfondita della lingua.

Le espressioni di slang inglese americano viste sopra contribuiscono a migliorare la fluidità e l’accuratezza delle conversazioni della vita quotidiana, e possono aiutare a esprimere un concetto in modo più preciso, a capire se l’interlocutore è shady e, se necessario, a rimetterlo al suo posto. 😉

Il libro “The Prodigal Tongue”

Come abbiamo visto, l’inglese americano presenta delle particolarità linguistiche, soprattutto a livello informale, che lo distinguono dal British English.

Se volete approfondire le differenze tra queste due varianti dell’inglese, vi consiglio di leggere il libro “The Prodigal Tongue“.

Il testo, scritto dalla linguista Lynne Murphy, insegnante di linguistica e autrice del popolare blogSeparated by a common language“, analizza i miti e le realtà dell’inglese e il modo in cui gli ultimi 400 anni abbiano portato a due lingue con cui americani e britannici si capiscono e si fraintendono a vicenda.

Il libro esamina perché le due varietà siano diverse, per quale motivo non lo siano di più e se, nell’era dei mass media, stiano diventando più simili.

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Foto di copertina: Photo by Lex Photography on Pexels.com


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