Parlare una lingua straniera significa anche entrare in contatto con un’altra cultura e, inevitabilmente, un modo diverso di gestire le relazioni.
Se non comprese adeguatamente, le differenze culturali possono portare a fraintendimenti, anche quando entrambi gli interlocutori riescono a capirsi sul piano prettamente linguistico.
ARTICOLO CORRELATO: “Please”: differenze d’uso in UK e USA
Per questo, è importante sviluppare un’intelligenza culturale: una competenza, che, nel Business English, può rivelarsi una soft skill fondamentale.
L’idea per questo articolo mi è venuta dall’episodio “Becoming Culturally Intelligent: Language for Global Teams” di “The Business English Podcast” (che potete trovare in fondo all’articolo), in cui si parla delle differenze tra culture ad alto e basso contesto.
Comunicazione e differenze culturali
Come spiegato nel podcast, quando si lavora con persone di altri Paesi non sempre è facile capire quale sia lo stile comunicativo più idoneo da utilizzare.
In particolare, talvolta sorge il dubbio se sia meglio essere audaci e diretti, oppure optare per un approccio più discreto e indiretto.
In alcune culture, infatti, il rispetto del contesto, dell’educazione e della gerarchia hanno un peso maggiore rispetto all’efficacia di un’affermazione formulata in modo deciso e immediato.
Altre culture, invece, prediligono l’approccio opposto.
Se non si riesce a cogliere a queste differenze si rischia di essere percepiti negativamente, con conseguenze nefaste sul piano della fiducia e dell’efficacia della collaborazione.
In che modo possiamo gestire al meglio queste sfumature?
Per prima cosa, è importante imparare ad adattare il proprio tono allo stile comunicativo della persona con cui si interagisce.
Alcune persone, ad esempio, preferiscono e-mail concise e dirette, che si concentrano sui compiti da eseguire.
Altre, invece, si attendono un approccio più relazionale: prediligono e-mail che si aprono con un saluto educato e una nota personale, prima di iniziare a parlare di lavoro.
Alla base di queste differenze ci sono due distinti stili comunicativi: ad alto e a basso contesto.

Culture ad alto e basso contesto
Le culture ad alto contesto, come quelle di Giappone, Medio Oriente e America Latina, fanno grande affidamento sui segnali non verbali e sull’esistenza di un background comune, oltre a prediligere formule educate e indirette.
Nelle culture a basso contesto, invece, come nel caso di Stati Uniti, Germania e Australia, per esprimere il proprio punto di vista si prediligono affermazioni dirette ed esplicite.
Saper gestire queste differenze non solo consente di evitare fraintendimenti, che possono avere conseguenze negative o imbarazzanti, ma è anche un modo per esprimere rispetto nei confronti del modo di comunicare dell’altro.
Perché questa distinzione è importante nel business?
Prima di tutto, perché le persone si sentono ascoltate e considerate quando capiscono di essere rispettate per come sono, in particolare durante le negoziazioni, le riunioni e persino nelle conversazioni dopo il lavoro.
È un ottimo modo, quindi, per creare relazioni professionali solide: gli accordi vengono raggiunti più velocemente, i feedback sono più spontanei e i team lavorano meglio.
Come spiegato nel podcast “The Business English Podcast”, bastano poche frasi per “aggiustare il tiro“.
Questa, ad esempio, è una frase ad alto contesto:
I appreciate your insights. Could we explore another perspective?
È adatta in quelle culture in cui il feedback è più indiretto: con questa formulazione, si riconosce l’idea dell’altro prima si suggerire un’alternativa.
Questo equilibrio tra educazione e tatto è molto apprezzato nelle culture ad alto contesto come il Giappone e alcune zone dell’America latina.
Questo, invece, è un esempio di frase a basso contesto:
Let’s clarify the main objective. Are we aligned on the next steps?
Una frase concisa, adatta ai team a basso contesto di Paesi come Stati Uniti e Germania, dove viene particolarmente apprezzata la franchezza.
Queste sono frasi di apertura brevi, ma di grande impatto:
May I ask…?
Would you mind if…?
Could you please…?
Sono universalmente considerate educate, ma il livello di franchezza dipende da ciò che segue.
La richiesta, infatti, può essere ammorbidita per gli interlocutori ad alto contesto o andare direttamente al punto in caso di persone che appartengono a culture a basso contesto.
E, per essere sicuri di non aver fatto un passo falso, possiamo dire:
Just to confirm, do you mean…?
Questa formulazione serve a verificare se un commento o un feedback sia stato interpretato correttamente, aspetto molto importante soprattutto nelle culture ad alto contesto dove il “non detto” ha un ruolo fondamentale.
We appreciate all perspectives here
Questa è un’affermazione che favorisce un’atmosfera collaborativa, ricordando a tutti che ogni punto di vista è prezioso.
Entrambe sono soluzioni efficaci per creare fiducia quando ci si trova a gestire contesti culturali diversi.

Errori da evitare
Il podcast suggerisce anche alcuni comportamenti che rischiano di minare la relazione.
Ad esempio, il fatto di essere troppo diretti: in una cultura a basso contesto ciò può apparire brusco, persino insensibile; il rischio è di ottenere dal proprio interlocutore una risposta fredda.
All’opposto, un errore che si può commettere è quello di essere troppo vaghi, per paura di offendere l’altro.
Il risultato è di seppellire ciò che si vuole dire sotto vari strati di educazione: in tali casi, una cultura a basso contesto si sente confusa, chiedendosi quale sia il punto.
Un altro errore è quello di non riuscire a interpretare i segnali non verbali: tono, linguaggio corporeo, espressioni del viso, ecc., hanno molta importanza nelle culture ad alto contesto.
Non notarli, può portare a non capire che l’altro è in disaccordo con noi, oppure che attende di essere invitato a parlare.
Come possiamo trovare un equilibrio?
Il podcast fornisce alcuni consigli per evitare fraintendimenti e dare prova di intelligenza culturale.
1) Osservare, ascoltare e prestare attenzione a come l’altro formula il feedback
Ad esempio, notare se l’altro utilizza aperture educate come:
Could we possibly…?
Would you mind if…?
È il segnale che è bene imitare il loro stile, quanto basta per sottolineare che ne rispettiamo le regole culturali.
2) Chiedere chiarimenti
In momenti di tensione o incertezza, provare con frasi del tipo:
Just to confirm, do you mean…?
Am I correct in understanding…?
È il modo migliore per evitare di formulare ipotesi e per mostrare interesse nella comprensione dell’altro.
3) Esprimere il disaccordo in modo educato
Abbiamo sempre la possibilità di proporre un’alternativa, senza dover per forza escludere l’altro.
I see your point, however could we consider an alternative approach?
Questo è un atteggiamento che ci consente, al tempo stesso, di evitare di risultare troppo duri e di mantenere aperto il dialogo.
In generale, è la pratica a rendere culturalmente sensibili e competenti nella gestione di team globali.
Il consiglio finale è quello di restare curiosi.
La curiosità, infatti, è fondamentale per sviluppare un’intelligenza culturale più profonda e mantenere un’apertura nei confronti di feedback e osservazioni.
Anziché sentirsi ansiosi, è meglio considerare ogni interazione come l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo sul modo di interagire delle persone nei diversi Paesi del mondo.
Conclusioni
Per una comunicazione efficace con persone che adottano stili comunicativi diversi dai propri, occorre conoscere e gestire al meglio le specificità delle culture ad alto e basso contesto.
Si tratta di competenze indispensabili per evitare malintesi e difficoltà di interazione, in particolare nei team internazionali.
Le frasi suggerite dall’episodio “Becoming Culturally Intelligent: Language for Global Teams” di “The Business English Podcast“sono semplici, quanto efficaci per favorire un ambiente collaborativo.
Sviluppando le giuste competenze ed espandendo la nostra intelligenza culturale, possiamo rendere la comunicazione non solo chiara, ma anche efficace.
Per migliorare ulteriormente le vostre competenze linguistiche, vi consiglio di seguire il blog e di iscrivervi alla newsletter “English & The Media“, per ricevere consigli su contenuti in inglese da leggere, guardare e ascoltare!
E, per approfondire il Business English, questi sono alcuni articoli che vi potrebbero interessare:
- Business English: da dove iniziare
- Breakout Business English: parole ed espressioni utili nel mondo del lavoro (podcast)
- Colloquio di lavoro in inglese: i termini utili da utilizzare (podcast)
Buona lettura… e buono studio!

Foto di copertina: Photo by Christina Morillo on Pexels.com
Sono l’autore del sito; lavoro come mediatore linguistico dall’inglese e dal francese e in questi articoli ti parlo della mia passione per le lingue straniere e condivido con te suggerimenti e idee per migliorare le tue competenze linguistiche.
Se ti è piaciuto questo articolo, puoi offrirmi un caffè! Grazie! 🙂
Scopri di più da Cristiano Bacchieri
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.