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I benefici del bilinguismo sul cervello

Per molto tempo, il bilinguismo è stato considerato una caratteristica negativa, perché si riteneva che generasse confusione e rappresentasse un ostacolo, soprattutto per i bambini.

In realtà, queste credenze sono assolutamente false, come ha dimostrato e continua a dimostrare la scienza.

In un precedente articolo, avevo già parlato dei vantaggi del multilinguismo, elencati nel libro “The Power of Language: Multilingualism, Self and Society” della psicolinguista Viorica Marian.

Ora ho scoperto nuovi aspetti molto interessanti legati al bilinguismo grazie al video “Why being bilingual is good for your brain” del canale YouTube BBC Ideas.

In apertura, il professor Li Wei dell’Intistute of Education dell’University College di Londra spiega che, nel cervello bilingue, tutte le lingue sono attive allo stesso momento.

Il continuo sforzo per sopprimere una lingua mentre se ne parla un’altra e la sfida mentale data dal continuo passaggio da una lingua all’altra allena il cervello, migliorando la concentrazione, la capacità di problem solving, la memoria e la creatività.

Studiare le lingue è un esercizio per la mente, proprio come andare in palestra lo è per il corpo.

Quali sono i benefici del bilinguismo sul cervello?

È ormai ampiamente riconosciuto che il bilinguismo abbia numerosi vantaggi.

Un’importante svolta si è avuta grazie a uno studio condotto a Toronto nel 2007 da Ellen Bialystok e dal suo team: i risultati, infatti, sembrano indicare che, nel cervello di chi parla più di una lingua, l’insorgenza della demenza verrebbe ritardata dai quattro ai quattro anni e mezzo, avvalorando l’ipotesi dell’esistenza di una riserva cognitiva.

Il concetto di riserva cognitiva è legato all’idea che sia possibile creare una riserva delle capacità di pensiero, in grado di proteggerci da perdite cognitive legate all’età o alle malattie.

Oltre a beneficiare di un ritardo nell’insorgenza della demenza, i bilingue sembrano avere un recupero più significativo in caso di ictus.

Le ricerche suggeriscono che la riserva cognitiva venga migliorata dallo studio di qualsiasi materia o argomento, ma sembra esserci qualcosa di speciale nell’apprendimento delle lingue.

Come spiega il dottor Thomas Bak, neuroscienziato dell’università di Edimburgo, le lingue sono materie particolarmente ampie e complesse, che influenzano idee, concetti e percezioni e presentano suoni diversi.

Più una competenza è difficile, più è probabile che abbia un effetto positivo sulla riserva cognitiva.

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Qual è il momento migliore per studiare una lingua?

Come ricorda il professor Li Wei, il cervello è una complessa rete di neuroni.

Quando impariamo una lingua da bambini, creiamo una nuova rete; se lo facciamo da adulti, dobbiamo modificare le reti esistenti e creare più connessioni.

Poiché imparare le lingue da adulti può essere più impegnativo, anche i vantaggi possono essere maggiori.

Ma una ricerca del 2023 al Great Ormond Street di Londra, suggerisce che ci sia qualcosa in più.

La dottoressa Frédérique Liégeois, neuroscienziata cognitiva presso l’UCL GOS Institute of Child Health, illustra uno studio condotto su tre gruppi di bambini tra gli 8 e i 10 anni.

Il primo gruppo era composto da bambini monolingue, il secondo da bambini bilingue (greco e inglese) dalla nascita (gli “early bilinguals”) e il terzo gruppo da bambini esposti all’inglese a partire dai 2 ai 5 anni (“later bilinguals“).

Per la prima volta, gli studiosi hanno eseguito una TAC al cervello dei bambini mentre non facevano nulla di particolare, a parte osservare una “X” di fronte a loro.

Quelli del secondo gruppo, gli early bilinguals, sono risultati essere quelli con la maggiore connettività della rete neurale a riposo, nelle aree che si attivano quando non facciamo nulla e lasciamo vagare la mente.

Andando in palestra regolarmente, a riposo i muscoli appaiono più grossi; allo stesso modo, il cervello potrebbe presentare maggiori connessioni perché si è iniziato molto presto ad apprendere una lingua.

Si tratta di una grande scoperta, ma c’è di più.

benefici del bilinguismo sul cervello
Photo by Karolina Kaboompics on Pexels.com

Altri benefici del bilinguismo

La professoressa Antonella Sorace, fondatrice di Bilingualism Matters, sottolinea che un effetto comportamentale meno conosciuto del bilinguismo, in bambini e adulti, è la capacità di comprendere la prospettiva dell’altro e, quindi, che è possibile avere punti di vista diversi.

Il dottor Bak aggiunge che ricerche recenti mostrano che le persone tendono a reagire in modo più emotivo quando comunicano nella propria lingua e in modo più razionale e astratto nella seconda lingua.

In questo caso, la spiegazione fornita è che la prima lingua è quella che si utilizza con familiari e amici, in contesti informali; la seconda lingua, invece, è generalmente appresa e utilizzata a scuola o al lavoro.

Gli scienziati scoprono costantemente nuovi benefici legati allo studio delle lingue e non riguardano solo il cervello.

Parlare più lingue, infatti, è utile non solo a livello individuale, ma anche per le società: apre le porte a nuove esperienze culturali, opportunità di vita, persone diverse, comunità diverse e modi diversi di vedere il mondo.

Conclusioni

Da anni, gli esperti del mondo del lavoro insistono sul fatto che l’apprendimento delle lingue possa offrire maggiori opportunità di carriera.

Chi è come me, poi, lo considera anche un’attività molto piacevole. 😉

E ci si mette anche la scienza, che continua a scoprire nuovi benefici per il cervello e non solo.

Se è vero che essere esposti a più di una lingua fin da piccolissimi presenta grandi vantaggi, anche lo studio in età adulta ha effetti molto positivi, influenzando il cervello e il nostro modo di percepire gli altri e il mondo che ci circonda.

Non abbiamo scuse, quindi, per iniziare o continuare lo studio delle lingue!

E questo blog è il posto giusto per trovare spunti interessanti, come questi:

Buono studio! Anche il cervello vi ringrazierà… 😉

Foto di copertina: Photo by nappy on Pexels.com

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